Si è conclusa sabato scorso la mobilità dello staff in Portogallo: 12 persone tra docenti e personale Ata sono stati ospiti, per una settimana, della scuola di Parades, in Portogallo. Ogni Erasmus è un viaggio a sé, non nel senso geografico del termine, ma secondo l’etimologia latina di viatĭcum, la «provvista per il viaggio», cioè ciò che occorre per il viaggio stesso e, ancor più, ciò che portiamo con noi in ogni esperienza. 

Sicuramente l’entusiasmo, che mai è mancato in questa settimana, nel conoscere nuovi colleghi, partecipare alle lezioni, prendere parte a meeting e conferenze, vista la concomitanza dell’arrivo del nostro personale con la loro festa nazionale che celebra la fine della dittatura, la Revolução dos cravos, la Rivoluzione dei garofani. Appena varcato l’atrio della scuola, il nostro staff ha ricevuto in dono proprio i garofani, simbolo della rivoluzione e della libertà. Una scuola particolare quella di Paredes, per la presenza di allievi appartenenti ad etnie differenti, nonché alunni emigrati dal Brasile, ma soprattutto con ragazzi dai bisogni speciali; con un orario 8-17 per garantire non solo un luogo dove imparare, ma anche dove farli “realizzare”. 

Sì, ma come? Ed ecco le sorprese avute: un intero campo da golf in cui stanno muovendo passi importanti giovani promesse, un laboratorio di cucina in cui si passa dal testo regolativo della ricetta alla Fisica applicata, un progetto dedicato alla MTB che parte dal Giardino d’infanzia e si estende all’ultimo grado scolastico, per gareggiare, ma soprattutto per prendersi cura della propria bicicletta conoscendone ogni singola parte. Il panorama delle ICT che trasversalmente investe ogni disciplina, il laboratorio teatrale per imparare a gestire le emozioni, i giochi in aula per prendere coscienza della propria individualità, e perfino l’orto! 

Le ore trascorse con i colleghi e i loro allievi sono state importanti, sia dal punto di vista educativo che istruttivo. Tempo è stato dedicato allo scambio e al confronto, su orario discenti/docenti/amministrativi, organizzazione interna per classi/uffici, gestione della privacy, legge sulla sicurezza, e tanto altro ancora; ma anche in maniera pratica, come entrare in aula ed essere parte funzionale alla lezione, cucinando, cantando, raccogliendo ortaggi, catalogando pietre del bosco circostante e perfino misurarsi in un tee shot con il driver (la mazza da golf). Ma ciò che più di ogni altra qualità ha colpito il nostro personale, sin dai sorrisi e dagli abbracci iniziali, sono state l’accoglienza, l’umanità, la condivisione e la compartecipazione. 

Svegli sin dalle prime ore del mattino, tutti i giorni hanno preso il treno che li ha accompagnati alla Scuola di Paredes. Alle 17, rientro a Porto, animati da una sottile sensazione di essere di nuovo studenti, ognuno nel suo ambito, ognuno con le proprie peculiarità, ma come un gruppo coeso, con nuove aspettative per il giorno seguente. 

I colleghi dell’Agrupamento de Escolas de Paredes sono stati impeccabili, dal Direttore Carlos Miguel Pires Cavadas, alle sue due coordinatrici: Cristina Cândida Lopes de Sousa Morais dos Santos per il plesso di Paredes e Maria José B Vieira per il plesso di Bitarães.

Giunga il nostro grazie a tutti i colleghi che ci hanno accompagnato in questa esperienza Ana Paula, Celeste, Angelo, Fernando, Emanuel, Pedro, Helena, Sonia e soprattutto Arminda Ferreira, che è stata il l’angelo custode di questo Erasmus.