Portico d’Ottavia 13: quello che è un numero civico di un’abitazione romana è diventato prima il titolo di un saggio di Anna Foa, poi quello di un film di Franco Di Leo. Il motivo è tanto semplice quanto drammatico: vi abitavano famiglie ebree, proprio ai margini del ghetto di Roma. La mattina del 16 ottobre del 1943, più di 1200 persone vennero arrestate: solo 16 si salvarono. Alcune di esse abitavano proprio lì, in via Portico d’Ottavia 13. La volontà di ridare volti e voci a questi sfortunati personaggi ha spinto Anna Foa, docente di Storia Moderna all’Università “La Sapienza” di Roma, a intraprendere una ricerca da cui è scaturito il saggio, trasformato dal milanese Franco Di Leo in una sceneggiatura, dapprima teatrale e poi, visti i limiti imposti dalle restrizioni, cinematografica. Ad interpretare i vari personaggi, realmente esistiti, sono stati chiamati gli attori del GTS (Gruppo Teatrale Stabile) di Gallese, città che è stata anche la location del film, vista la somiglianza delle proprie vie con quelle del ghetto degli anni ‘40. Erano proprio quelli i volti e le voci che occorrevano a Di Leo. Questo forte legame con il territorio viterbese ha favorito l’incontro del regista con gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Ernesto Monaci” di Soriano nel Cimino. Nel corso di un collegamento on line, alla presenza del 1° collaboratore del Dirigente, Cinzia Mechelli, e dei docenti delle varie classi, ha raccontato la genesi del film, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello umano ed emotivo. Gli studenti, incuriositi e spinti dalla possibilità di interagire con l’autore del film, hanno formulato varie domande, alle quali il disponibile regista ha sempre risposto catturando la loro attenzione. Un’occasione sicuramente originale e diversa di vivere il Giorno della Memoria per questi studenti, che alla fine dell’incontro sono stati incoraggiati ad agire con passione e dedizione, senza farsi sopraffare dalle attuali difficoltà della vita.